Jaime Poblete Solo Show
Text by Antonio Arévalo
Jaime Poblete no solo considera las circunstancias especificas geográficas e históricas como este preciso momento. Impresionado y conmovido de frente a los hechos que afligen a la humanidad, y en este caso, a nuestro paìs en los últimos meses. Se ha dedicado a investigar las posibilidades expresivas y formales de la materia, y sus correlaciones con la luz y el espacio, con la creación de obras con un alto significado metafórico, creando formas más estructuradas y geométricas, desarrollando formas abstractas. Poblete afirma, hago tintura por inmersión, pliego y pinto soportes para luego transferirlos por contacto a otros soportes, luego intento definir una estructura formal siguiendo las huellas de estos accidentes pictóricos, así las capas de negro se acumulan para generar el sentido “residual” de la información visual, discursiva. La imagen que se diluye, desaparece, por ejemplo una bandera despojada de símbolos y estructura, recubierta con un espesor de ceniza, como si quisiera recordar “que eres polvo, y al polvo volverás”: en memoria de las palabras con las que Dios formuló a Adán, después del pecado, su sentencia a trabajar en el dolor y la muerte.
Jaime Poblete realiza a partir de esto una recopilación de fotografías que giran en diversos medios; proponiendo una reflexión acerca de la construcción de la memoria y la desaparición de dichas imágenes. Una suerte de palinsesto al cual uno debería rascarle la superficie para querer siempre ir sabiendo mas.


[Italiano]
Jaime Poblete non considera solo le circostanze geografiche e storiche specifiche di questo preciso momento. Poblete rimane impressionato e commosso di fronte agli eventi che affliggono l’umanità, come nel nostro Paese negli ultimi mesi.
Si è dedicato alla ricerca delle possibilità espressive e formali della materia, delle sue correlazioni con la luce e lo spazio, con la creazione di opere con un alto significato metaforico, creando forme più strutturate e geometriche, sviluppando forme astratte. Poblete afferma: tingo per immersione, piego e dipingo i supporti che poi trasferisco mettendoli a contatto gli uni con altri, quindi provo a definire una struttura formale seguendo le tracce di questi incidenti pittorici. Gli strati neri si accumulano per generare il senso “residuo” di informazioni visive, discorsive. L’immagine è diluita, scompare, come fosse una bandiera spoglia di simboli e strutture, ricoperta da uno spessore di cenere, come se volesse ricordare “che sei polvere, e in polvere tornerai”, in memoria delle parole con cui Dio ha fatto Adamo, dopo il peccato e la sua condanna a lavorare nel dolore e nella morte.
Jaime Poblete, seguendo questa visione, fa una raccolta di fotografie che ruotano su vari media; proponendo una riflessione sulla costruzione della memoria e sulla scomparsa di queste immagini. Una sorta di palinsesto a cui bisogna grattare la superficie per voler saperne di più.
Antonio Arévalo


